14/08/2020 | maria adelaide marchesoni

Rossini Art Site

Imprenditore e mecenate, Alberto Rossini ha creato un parco sculture in Brianza con opere dei protagonisti dell’arte italiana della seconda metà del Novecento

L’interesse per l’arte di Alberto Rossini, imprenditore e mecenate scomparso nel 2015, risale al 1953, quando, all’età di vent’anni, acquistò la sua prima opera: una scultura, la statua di una ballerina, che Rossini vide nello studio dello scultore Gaetano Negri, all’epoca assistente di Marino Marini.

In seguito, Alberto Rossini condivise la passione per l’arte con la moglie Luisa, e insieme hanno dato vita a una collezione focalizzata sui protagonisti del panorama artistico italiano della seconda metà del Novecento, che oggi è possibile visitare nel parco di sculture Rossini Art Site a Briosco, in Brianza.

La collezione abbraccia diversi movimenti, dall’Arte Concreta all’Informale, dall’Astrattismo Europeo al Nouveau Réalisme. Le prime opere sono state acquistate tra gli anni Settanta e Ottanta. Si tratta di esponenti dell’Informale, tra cui Tancredi, Vedova, Dova, Crippa, Fontana, Capogrossi, Birolli, Morlotti, Cassinari, ma anche degli astrattisti comaschi come Rho e Radice.

Il nucleo più importante della collezione è stato acquistato tra la metà degli 80 e la fine degli anni 90. In questi anni le preferenze sono per i protagonisti della scultura italiana, ovvero per quegli autori, che per primi in Italia, dall’immediato dopoguerra fino alla metà degli anni 60, intrapresero la rivoluzione dell’astrazione in scultura, con le nuove regole e un nuovo modo di fare scultura, rompendo la tradizione della figurazione. Un esempio è l’opera di Giulio Turcato, Le Libertà, sculture realizzate in ferro verniciato a vari colori, di circa nove metri di altezza ciascuna.

Giulio Turcato Libertà, 1973 Rossini Art Site, Briosco, Ph. Luca Rotondo, Courtesy Rossini Art Site

Ma anche l’opera Arte del contrappunto plastico n. 1 di Fausto Melotti, scultura astratta, costituita da lance, fili, sagome curvilinee, lamine e dischi, posti in un ordine imprevedibile che ricorda la scrittura del pentagramma. La struttura è un gigantesco parallelepipedo che si sviluppa in lunghezza, aperto su tutti i lati e ritmato al suo interno dall'alternarsi di sbarre, cerchi ed altri elementi geometrici. Alberto Rossini l’acquistò nel 1990 da un collezionista privato, il quale l'aveva a sua volta acquistata dopo averla vista alla Biennale di Venezia del 1986. È installata sopra ad una vasca di recupero per l'acqua piovana, rispecchiando così le intenzioni dell'artista.

Fausto Melotti, Arte del contrappunto plastico, 1970 Rossini Art Site, Briosco Ph. Luca Rotondo, Courtesy Rossini Art Site

Sempre negli anni 90, Rossini ha scoperto la sua passione per il Nouveau Réalisme e, insieme all’amico Pierre Restany, critico d’arte, ha acquistato, tra le altre, opere di Spoerri e Jean Tinguely. Quest’ultimo ha realizzato per Rossini delle sculture metameccaniche (azionabili dal pubblico), composte da fili metallici, ferri in movimento e rotanti a velocità variabile, poste come satira della macchina e della sovrapproduzione di beni materiali nella nostra società.

Infine Alberto Rossini, quale autentico appassionato dell’arte, ha sostenuto diversi giovani artisti, di cui apprezzava la poetica. Questi artisti, con cui il collezionista era solito stringere rapporti di amicizia oltre che di mecenatismo, erano spesso invitati in residenza presso il Rossini Art Site e da questi momenti nascevano opere site specific come la “Segreta” di Antonio Ievolella o le “Anfore”  e i “Tulipani” di Franz Stähler, abile ceramista che nel 1987 vinse il Premio Faenza, senza dimenticare Andrea Cascella, Pietro Consagra, Dennis Oppenheim e il messicano Raymundo  Sesma, artista multidisciplinare che indaga l’architettura sociale come opera costruita, come metodo e concetto di trasversalità. Di Raymundo Sesma nel 2014 Alberto Rossini ha acquistato l’ultima opera della sua collezione.

La tradizione viene ora continuata dai figli Marco e Matteo, che tengono vivo il parco invitando artisti affermati ed emergenti a studiare performance e progetti site-specific, che arricchiscono la collezione con nuove opere, come nel caso dei recenti interventi di Chiara Mu, intitolati “esercizi di fuga”, curati da Francesca Guerisoli.  La pratica artistica di Chiara Mu si esprime esclusivamente nell’ambito di interventi specifici in un luogo o una situazione, utilizzando installazioni, performance e video come modalità preferenziali di lavoro.  

James Wines – SITE James Wines Pavilion 2008 Rossini Art Site, Briosco Ph. Luca Rotondo, Courtesy Rossini Art Site

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