07/08/2020 | Maria Adelaide Marchesoni
La Fondation Carmignac
Creata dal collezionista Édouard Carmignac, la fondazione alle Isole Porquerolles celebra quest'anno dieci anni di impegno a favore del fotogiornalismo
Era il 2009 quando, di fronte ad una crisi senza precedenti del settore del fotogiornalismo, il collezionista Édouard Carmignac ha istituito il Prix Carmignac du Photojournalisme, pensato per sostenere i fotografi che, con i loro scatti, si impegnano a testimoniare gli avvenimenti significativi della nostra epoca. Quest'anno, per celebrare i primi dieci anni del premio, è stata allestita alla Fondation Carmignac sulle Isole Porquerolles, a largo della Costa Azzurra, una mostra intitolata 10 ans de reportages, che ripercorre i dieci anni del premio (fino al 1° novembre).
Diretto da Emeric Glayse, ogni anno il riconoscimento va ad un reportage giornalistico fotografico che investiga le questioni geopolitiche e ambientali o le violazioni dei diritti umani nel mondo. Selezionato da una giuria internazionale, il vincitore riceve una sovvenzione di 50.000 euro, che gli consente di realizzare un reportage della durata di sei mesi. La fondazione, inoltre, finanzia una mostra itinerante e la pubblicazione di un libro monografico.
Giunto quest’anno all’11a edizione, il premio è stato assegnato a Finbarr O'Reilly, fotografo canadese che ha vissuto 12 anni in Africa, per l’opera Congo in conversation, anch'essa esposta alla mostra alla Fondation Carmignac. Si tratta di una reportage sul Congo, che tematizza le sfide umane, sociali ed ecologiche che il paese africano deve affrontare oggi, ancor più con la nuova crisi sanitaria causata dal Covid-19. Il lavoro per il reportage, infatti, è iniziato a gennaio, ma è stato interrotto a causa della pandemia. Per questo è proseguito attraverso la stretta collaborazione con giornalisti e fotografi congolesi e internazionali di base in Congo ed è stato sviluppato online. Basato su un sito web creato per l'occasione e condiviso sui social network, Congo in Conversation sarà un flusso ininterrotto e inedito di scritti, fotografie e video, aggiornati regolarmente.
Édouard Carmignac è il fondatore di Carmignac Gestion, tra i più importanti gestori di patrimoni in Europa con circa 38 miliardi di dollari di asset in gestione. La prima opera entrata nella sua collezione è stata una litografia di Max Ernst del 1970, Lewis Carroll’s Wunderhorn: l'illustrazione di una scena di Alice nel Paese delle Meraviglie, in cui la regina è seduta sul suo trono e il Bianconiglio ai suoi piedi fa del suo meglio per stupirla.
In seguito, Carmignac ha comprato l'arte americana dagli anni Sessanta agli anni Ottanta con opere iconiche di Andy Warhol, Jean-Michel Basquiat, Keith Haring e Roy Lichtenstein. Quest'ultimo è entrato in collezione nel 2002 con l’opera Fishing Village, 1987. Da allora Carmignac ha acquistato ben 14 opere dell'artista americano. Una specie di ossessione che ha reso la sua collezione la più importante raccolta di opere di Lichtenstein in Francia. L'ultima aggiunta alla collezione è stata Nude with Blue Hair (1994), acquistato nel 2018.
Nonostante ciò, Carmignac non ama l'idea di possedere una collezione, ma considera le oltre 300 opere che ha acquistato nel corso degli anni un cabinet of curiosities della sua vita. Non ha mai venduto un’opera, nell’arte non applica le strategie che segue per gli investimenti. Ama conoscere gli artisti, ma per gli acquisti si rivolge alle gallerie, e ama condividere le sue opere che, infatti, sono esposte nelle sedi della società di gestione.
Altri artisti del XX e XXI secolo in collezione sono Willem de Kooning, Martial Raysse, Miquel Barceló, Ed Ruscha e Gerhard Richter. L’artista tedesco ha fatto la la sua prima apparizione nella collezione nel 1993 con Grüner Strich, 1982; oggi sono in totale sei le sue opere incluse nella raccolta.
Con gli anni Carmingnac si è aperto anche all'arte delle nuove geografie: nel 2017 ad Art Basel ha acquistato Blema, un’opera del 2006 dell’artista africano El Anatsui. Il suo interesse si rivolge oggi anche alla scena emergente, con artisti come Korakrit Arunananondchai. Un altro artista entrato di recente in collezione è l'afroamericano Theaster Gates.
Parte della collezione di Édouard Carmignac è esposta a Villa Carmignac, nel cuore delle isole Porquerolles, un paradiso incontaminato al largo della Costa Azzurra. Alla fondazione si arriva in barca, si cammina in una foresta di eucalipto e macchia mediterranea e una volta arrivati alla villa si tolgono le scarpe e si prosegue la visita negli spazi interni dedicati all’esposizione a piedi nudi.
Storicamente la villa era una fattoria, ripresa anche nel film di Jean-Luc Godard "Pierrot le fou". Poi, negli anni 80, Henri Vidal, architetto e inventore del cemento armato, ha trasformato la fattoria in una villa. Édouard Carmignac l'ha vista per la prima volta quando è stato invitato al matrimonio di una delle figlie di Vidal. Si è innamorato della tenuta e ha subito immaginato di trasformarla in un luogo dedicato alle arti.
Lo spazio espositivo della Villa Carmignac è scavato sottoterra ad una profondità di 7 metri e si espande con una pianta a forma di croce. Al centro, un soffitto d’acqua lascia entrare la luce naturale che insieme alle grandi vetrate a vista sui vigneti illuminano lo spazio espositivo.
La villa è immersa nella vegetazione mediterranea dove sono situate una serie di sculture monumentali, tra cui La Couvée di Nils Udo, Les trois Alchimistes di Juame Plensa, Four Seasons di Ugo Rondinone, il labirinto Path of Emotions di Jeppe Hein.
“Ce lieu a été créé pour le plaisir de partager ce que j’aime avec le plus grand nombre. Je préfère le mot «partager» à celui de «transmettre». C’est la raison pour laquelle j’aime les œuvres accessibles” (“Questo posto è stato creato per il piacere di condividere ciò che amo con quante più persone possibile. Preferisco la parola "condividere" alla parola "trasmettere". Per questo mi piacciono le opere accessibili.”) afferma Édouard Carmignac.