12/04/2020 | Silvia Anna BarrilĂ 

La collezione di Jack e Sandra Guthman

Collezionisti a Chicago

Jack Guthman è un avvocato immobiliarista di Chicago. Insieme alla moglie Sandra Guthman colleziona opere di arte contemporanea che conserva nella sua residenza nel nord della città, un elegante edificio costruito come casa unifamiliare nel 1914, usato come sinagoga per un periodo e poi riconvertito ad abitazione dalla coppia negli anni 90. Abbiamo visitato la sua collezione durante l’ultima edizione della fiera Expo Chicago, dal 19 al 22 settembre 2019.

Quando avete iniziato a collezionare?

Poco dopo il nostro matrimonio, quindi circa 50 anni fa. Ero un giovane avvocato, mia moglie ed io andavamo a New York e cercavamo un passatempo che non fosse costoso (col tempo, invece, si è rivelato piuttosto costoso), per cui abbiamo iniziato a frequentare le gallerie.

Con che tipo di arte avete iniziato?

Abbiamo iniziato con le stampe. Erano gli anni in cui anche i grandi artisti producevano stampe originali, come Frank Stella e Jasper Johns. Allora questo settore rappresentava una parte molto più importante della scena artistica rispetto ad oggi.

"Race Riot" di Theaster Gates

E poi come è continuata la vostra collezione?

Un po' di Minimalismo, un po' di Color School, ma poi ci siamo avvicinati alla fotografia concettuale, che ora rappresenta la parte più importante della nostra attività di collezionisti.

Perché la fotografia?

È più accessibile, e poi il soggetto è spesso politico o sociale, e questo ci interessa. Gli artisti hanno l'abilità di anticipare temi che poi diventano rilevanti per la società.

Ci fa qualche esempio di nomi in collezione?

Christopher Wool, Sarah Lucas, Albert Oehlen, Douglas Gordon, Rodney Graham, Thomas Struth, Gabriel Orozco, Teresa Margolles. In particolare una fotografia della Margolles è uno degli acquisti più recenti: appartiene alla serie in cui l'artista messicana ha ritratto delle prostitute transgender nei luoghi in cui si trovavano i locali notturni dove lavoravano prima che questi venissero demoliti. Mostra il chiaro fallimento dei piani di rigenerazione urbana, un lavoro molto significativo per me che sono un avvocato immobiliarista.

"Recovered, Missing, Stolen Set 1" di Michael Rakowitz

Segue gli artisti di Chicago?

Certamente, questa è un'altra linea che seguiamo nella nostra collezione. Per esempio artisti come Theaster Gates, Pope L, Kerry James Marshall, Dawoud Bey, Julia Fish, Judy Ledgerwood, Tony Tasset, Richard Rezac, Michael Rakowitz. Un'opera di quest'ultimo è attualmente installata sul Fourth Plinth di Trafalgar Square a Londra e gli è stata da poco dedicata una mostra alla Whitechapel Gallery. Non abbiamo mai cercato di guardare solo in una direzione perché non siamo un museo. Compriamo ciò che ci piace. Inoltre tutto quello che possediamo è esposto, oppure in prestito.

E chi sono i giovani di base a Chicago che seguite con interesse?

Amanda Williams, Bethany Collins, Brendan Fernandez.

"Drunkards Path" di Judy Ledgerwood

Un dipinto di Christopher Wool

Ci sono delle regole che seguite?

Sì, abbiamo tre regole: la prima è che siano artisti viventi, la seconda è che le opere vengano appese alle pareti, la terza è che piacciano a tutti e due.

Come descriverebbe la scena artistica di Chicago?

È molto collaborativa e l'impegno a favore delle istituzioni è sentito e diffuso. Il fatto che io sia da 30 anni un trustee del Museum of Contemporary Art, per esempio, non ha impedito che io per un periodo sia stato Presidente della Society for Contemporary Art dell'Art Institute. Chicago ha sempre avuto diverse scuole molto rispettate, grazie alle quali gli artisti possono mantenersi e rimanere a vivere in questa città. Ciò ha aiutato molto ad alimentare la scena locale e ad attrarre i giovani.

"Harlem Redux" di Dawoud Bey

E le gallerie?

C'è stato un periodo in cui la scena artistica di Chicago era molto vitale. Poi, alla fine degli anni 80, c'è stato un incendio che ha distrutto un edificio in cui avevano sede numerose gallerie. È stato un momento di cesura. Molte gallerie sono andate distrutte e non erano ben assicurate per cui non sono riuscite a ripartire. Ora è un periodo di rinascita, con nuove gallerie e giovani collezionisti.

Ci parli del museo d'arte contemporanea, di cui lei è un trustee.

Anche il Museum of Contemporary Art è maturato, nel 2017 ha compiuto 50 anni. La prima sede del museo era un piccolo edificio senza una collezione, eppure le mostre erano molto ambiziose. Poi abbiamo avuto la possibilità di costruire una nuova sede e il museo è cresciuto insieme alla consapevolezza del proprio ruolo come istituzione internazionale, con tutti i limiti ma anche gli stimoli dati dal fatto che il finanziamento non è governativo ma legato al fundraising.

"Bale Variant No 22" di Shinique Smith

Quali sono i compiti di un trustee?

Supervisionare il lavoro del museo, non certo quello dei curatori, se non nel senso che rimangano nell'ambito della mission del museo. Certamente non scegli gli artisti. Aiuti a mantenere la struttura del museo e quindi tutto ciò che riguarda la governance, il fundraising, tutto ciò che non riguarda il lato artistico. Dai la possibilità a chi si occupa di arte di fare il proprio lavoro. Ti occupi del lato business, fai sì che - anche se non si tratta di un'azienda - funzioni in modo efficiente. Perché se non puoi assicurare il mantenimento finanziario dell'istituzione, non puoi avere il museo. La tua crescita è legata all'abilità di raccogliere fondi. La stessa cosa per la Biennale, che è finanziata privatamente al 100%, anche se si parla della Biennale di Architettura della città di Chicago.

Di cui lei è Chairman...

Come avvocato ho sempre lavorato pro bono per le istituzioni artistiche e gli artisti, così è nata la collaborazione con la Biennale che poi si è trasformata nel ruolo di Presidente. Anche in questo caso non sono coinvolto nelle decisioni di carattere artistico, lascio questo compito ai curatori.

"Black Drawing" di Julia Fish

È solito consultare un art advisor?

No. 

L'arte per voi è un investimento?

No, compriamo quello che ci piace e con cui vogliamo vivere. E comunque non vendiamo, al massimo abbiamo donato al Museum of Contemporary Art o all'Art Institute, quindi sicuramente non è stato un investimento. Ci piace comprare quando gli artisti sono ancora giovani, com'è stato il caso di Lorna Simpson, Shinique Smith, Glenn Ligon, Alfredo Jaar. Ti leghi a questi artisti ed è bello assistere alla crescita della loro carriera.

Jack e Sandra Guthman