07/05/2022 | Maria Adelaide Marchesoni
I tappeti di guerra di Sergio Poggianella
In mostra presso lo studio di commercialisti BBS-Lombard di Milano una collezione di arazzi e tappeti figurati che racconta la storia dell'Afghanistan
Lo Studio BBS-Lombard, attivo nella consulenza strategica e fiscale per le organizzazioni artistiche e culturali, ha riaperto i suoi spazi al pubblico dopo la pandemia con la mostra “Confini e Conflitti visioni del potere nel tappeto figurato orientale” (fino al 27 maggio), dedicata ad una collezione di manufatti artistici alquanto singolare, quella di tappeti e arazzi orientali figurati di Sergio Poggianella, antropologo di Rovereto, esperto di arte sciamanica e tessile.
La collezione nasce negli anni 2000 quando Poggianella, all’epoca gallerista ed esperto di arte futurista (a lui si deve il primo ed unico catalogo ragionato dell’opera di Balla), ha incontrato a Budapest uno studioso di arte sciamanica e lo ha accompagnato in Siberia, all’incontro della ISARS “International Society for Academic Research on Shamanism”, di cui lui stesso è entrato a far parte tempo dopo, incentrando le sue ricerche e i suoi studi sull’arte sciamanica.
Tornato in Italia l’interesse per l’arte etnica e popolare primitiva è cresciuto fino a che non gli è stato proposto di organizzare una mostra sui feltri dell’Asia Centrale. Per la preparazione di questa esposizione Poggianella ha organizzato una serie di viaggi in Pakistan, Asia Centrale, Kirghizistan e Kazakistan, durante i quali ha iniziato a collezionale tappeti e feltri che ha esposto nella sua galleria.
La mostra negli spazi di BBS-Lombard documenta le varianti del così detto “war rug”, tappeto di guerra afghano e si divide in quattro sezioni. La prima è quella delle mappe, manufatti che non risulteranno sconosciuti agli appassionati di arte contemporanea. Si tratta infatti dei tappeti che ispirarono Alighiero Boetti negli anni ‘70 durante i suoi viaggi a Kabul per la realizzazione delle sue “Mappe” per le quali si avvalse delle stesse maestranze della zona. Tra questi manufatti anche un arazzo dallo stile riconducibile a quello di Boetti che raffigura la mappa del mondo e riporta sul bordo i versi della poesia del poeta persiano Shiraz sulla uguaglianza dei popoli, la stessa poesia che si trova all’ingresso della sede newyorkese delle Nazioni Unite.
Seguono i tappeti di guerra, rappresentazioni su telaio di vicende storiche, creati a partire dagli anni ‘80 in seguito all’invasione da parte dell’Unione Sovietica, nei quali i motivi astratti della tradizione tessile orientale si uniscono a immagini di armi. Questi tappeti, che in patria erano considerati di minore importanza e venivano utilizzati dai commerciati per avvolgere i tappeti più preziosi e gli utensili, hanno invece goduto di una grande attenzione in occidente, dove il loro valore artistico è stato apprezzato. Tappeti simili sono stati esposti, infatti, nel 2001 nella famosa mostra “Ornament and Abstraction” alla Fondation Beyeler.
Un’altra variante del War Rug in mostra è quella dei paesaggi, tra i quali troviamo uno degli esemplari più antichi della collezione, un tappeto del Khotan, lo Stato sulla Via della seta, che rappresenta l’avvento della rivoluzione modernista degli anni ’20 e raffigura treni in velocità, navi a vapore e aeromobili. Questo tappeto è legato ad un altro manufatto presente in mostra e parte della quarta ed ultima variante di tappeti, quelli dei ritratti di personaggi al potere, il ritratto del fautore della modernizzazione dell’Afghanistan, l’Amanullah Kahn, re dell’Afghanistan negli anni ‘20 che tolse il velo e creò industrie prima dell’ondata di ritorno dei talebani.
I tappeti della collezione Poggianella, vere e proprie opere d’arte per valore estetico, etico e sociale, sono esempi della capacità delle maestranze orientali di narrare la storia attraverso oggetti di uso comune, a differenza della tradizione artistica occidentale, in cui la narrazione storica avviene su tela. “Creati in un contesto di guerra, questi tappeti possono indicare la strada verso una cultura di pace” crede Sergio Poggianella, “un tema quanto mai attuale nel momento della guerra tra Russia e Ucraina”.