16/02/2021 | Maria Adelaide Marchesoni
Arte a Hong Kong: quattro collezioniste asiatiche si svelano
In uno spazio dove l’arte convive con le proposte di uno chef stellato una mostra che riunisce i lavori di quattro collezioniste
Duddell’s non è né un museo né una galleria, ma uno spazio dove l’arte è protagonista e convive con le proposte di uno chef stellato (una stella Michelin). Fondato da Yenn Wong la mente di JIA Group, gruppo attivo nell’hospitality, è situato nel cuore di Central non distante dalle gallerie d’arte che si trovano in Sheung Wan e Hollywood Road. Entrando ci si sente come accolti nella casa di un collezionista, l'architettura e il design degli interni sono opera della interior designer londinese Ilse Crawford. L’arte è di scena tutto l'anno con un programma che propone mostre di artisti internazionali molte delle quali realizzate con opere prese in prestito dalle collezioni private. Anche la mostra in programma. Curve of Buoyancy, curata da Zoie Yung, riunisce i lavori di quattro collezioniste, in tutto sedici opere, che offrono uno sguardo della vasta gamma di oggetti, medium e stili raccolti da donne mecenate nel corso degli anni, a testimonianza della loro incrollabile passione per la sperimentazione nel collezionismo d'arte.
Il titolo prende ispirazione dall'opera For Calder (1975) dello scultore astratto Wendell Dayton, una scultura in acciaio che appare agile e leggera come il piede di una ballerina. Curve of Buoyancy è un motivo visivo senza tempo, la curva è stata prevalente sia in tempi storici che contemporanei - dalle statuette di Venere del Paleolitico, alle volte a coste delle chiese gotiche ai disegni della moda athleisure - dando origine a varie possibili forme rigide e flessibili pur mantenendo la sua praticità per la nostra sopravvivenza. Il rinnovato significato della curva in parte allude a un discorso non lineare e all'esplorazione dei cambiamenti della società contemporanea, delle condizioni umane e dell'identità, che risuona opportunamente con i tempi difficili causati dalla pandemia in corso.
Ma chi sono le quattro collezioniste? Partiamo dalla collezionista che non vuole apparire e si presenta con una frase ("Would Art History be Rewritten if Andy Warhol were a Woman?") che propone le opere Phyllida Barlow, Annie Kevans, Barbara Hepworth, Annie Morris e Alex Prager. Di Annie Kevans, è proposta la serie Drag nella quale l'artista ritrae artisti maschili iconici in vesti femminili. Di Barbara Hepworth, Three Hemispheres (1967) una rara scultura in bronzo composta da un emisfero forato, uno cavo e uno piatto che evoca la purezza formale e le semplici forme geometriche dell'astrazione degli anni '30. Un altro pezzo forte di questa collezione è la porcellana Untitled (2005) di Rachel Kneebone, che esplora la metamorfosi, l’inizio, la fine, e il processo creativo attraverso il quale un'entità diventa un'altra.
Karen Levy, co-proprietaria di dslcollection, collezione d’arte cinese contemporanea - circa 350 oggetti – che comprende le principali opere di 200 artisti cinesi creata nel 2005 da Sylvain e Dominique Levy, ha prestato due opere di Guan Xiao e Ma Qiusha. Nell'opera video di Ma, All my sharpness comes from your hardness (2011), i pattini da ghiaccio bianchi dell'artista macinano con forza contro l'asfalto della strada. Il soggetto ingenuo e infantile, giustapposto al paesaggio sonoro straziante, genera una potente coalescenza di bellezza e disagio, che può essere interpretata come lo sviluppo personale dell'artista nella sua famiglia. L'opera video di Guan Xiao, Hidden Track (2015), caratterizza l'esame dell'artista su come la nostra esperienza di navigazione in Internet ha plasmato le visioni dei nostri mondi interni ed esterni. Le due opere video in mostra dalla dslcollection mescolano esperienze visive e uditive, in una giustapposizione di permanenza ed effimero che è essenziale nel plasmare le nostre identità contemporanee.
Della collezione di Li Lin, fondatrice di JNBY Group, si potranno ammirare le opere di Melvin Edwards, Alicja Kwade, Zhang Enli, oltre all’opera di Wendell Dayton che da il titolo alla mostra per dimostrare la sua affinità con la leggerezza e il minimalismo. Come corollario della continua esplorazione di Alicja Kwade dell'oggettività del tempo e dello spazio, il lavoro su carta, 24 Hours (2015) emana un senso di calma, nitidezza e semplicità. L'acciaio saldato di Melvin Edwards della scultura Beykat (2004) tocca i temi del razzismo, della violenza, del lavoro e della sua eredità afroamericana attraverso elementi industriali.
Mimi Brown, fondatrice dello Spring Workshop di Hong Kong, ha prestato opere di Kiki Smith, Ming Wong, Wu Tsang & Boychild e Cui Jie. Di Ming Wong il lavoro Astro Girl II (2014), in cui l’artista stesso interpreta una molteplicità di personaggi in una sequenza al fine di riconsiderare le nozioni esistenti di performance, genere e diversità. L'artista Cui Jie ispirato dal rapido fenomeno dell'urbanizzazione in Cina effettua un riesame degli spazi che può essere ricondotto alla sua precedente serie Ground Invading Figures (2012-15), dipinti di immagini di repertorio che accentuano lo spazio negativo tra le figure umane.