25/08/2021 | Maria Adelaide Marchesoni
Alessia Antinori racconta la sua passione per l'arte e l'Antinori Art Project
Un programma di commissioni annuali, molte delle quali site-specific, rivolto a giovani ma già affermati protagonisti della scena artistica nazionale e internazionale
Tre sorelle, Albiera, Allegra e Alessia, tutte impegnate nella storica azienda vinicola con ruoli diversi: Albiera, è presidente, Alessia Antinori è l’Art Project, mentre Allegra si occupa dei ristoranti. Due curatrici donne, Chiara Parisi e Ilaria Bonacossa e un'altra donna come direttrice del progetto, Chiara Rusconi. Un progetto tutto al femminile, anche se tra gli artisti che fanno parte di Antinori Art Project a rappresentare l'universo femminile al momento c’è solo Rosa Barba. Ma non sarà così ancora a lungo.
Finora per le opere site specific realizzate nella spettacolare Cantina del Chianti Classico Marchesi Antinori le curatrici hanno privilegiato il genere maschile. Ma Alessia Antinori, 26° generazione della famiglia Antinori, ideatrice del progetto Arte che muove dall’idea di creare una naturale prosecuzione dell’attività di mecenatismo e collezionismo della tradizione familiare, è sicura che il prossimo progetto artistico, che prenderà avvio a fine anno per concretizzarsi nel 2022, sarà realizzato da una donna. La scelta del candidato avviene su proposta di Alessia Antinori in totale sintonia con le curatrici e la supervisione di Chiara Rusconi.
L'esperienza personale di Alessia Antinori come collezionista d'arte risale ad oltre vent’anni fa. La prima opera che ha acquistato è stata di un artista cinese durante un periodo di lavoro in Cina, in occasione della visita ad un cliente - uno dei pochissimi ristoranti internazionali a Pechino - che aveva all’interno del locale una galleria gestita da stranieri. Fu in quella galleria che avvenne il suo primo acquisto. Da quel momento la passione per l’arte contemporanea ha abbracciato dapprima gli artisti cinesi e del Sud Est asiatico, poi l’arte americana e, infine, negli ultimi otto anni, complice una galleria romana, Alessia Antinori ha iniziato a conoscere e apprezzare l’arte contemporanea africana, una passione che prosegue tuttora, insieme all’arte afro-americana e della diaspora. L’ultimo acquisto è stata un’opera di Jerrell Gibbs, artista americano di Baltimora (lavora con la galleria di Chicago Mariane Ibrahim, che da poco ha aperto anche a Parigi) e i suoi dipinti ritraggono familiari e amici ripercorrendo i ricordi di famiglia e l'identità nera. Il linguaggio artistico preferito è la pittura, ma nella sua collezione personale trova spazio anche la fotografia, la scultura, ma non ancora le installazioni video.
La prima curatrice dell'Antinori Art Project è stata Chiara Parisi. Nominata nel 2012, lo stesso anno dell’inaugurazione del nuovo quartier generale della storica casa vinicola fiorentina, Cantina del Chianti Classico Marchesi Antinori.
Chiara Parisi ha seguito le installazioni site specific di Yona Friedman, Rosa Barba e Jean-Baptiste Decavèle.
Nel 2014, con l’arrivo di Ilaria Bonacossa alla direzione artistica del progetto, ha partecipato al progetto Tomàs Saraceno, che ha realizzato l’opera Biosphere 06, cluster of 3, installata nello spazio verticale dello scalone interno della cantina, poi nel 2015 è stata la volta della mostra Still Life Remix, dedicata al tema della natura morta, dell’installazione dell’opera Clessidra dell’artista Giorgio Andreotta Calò. Al 2016 risale l’acquisizione dell’opera site-specific “Giant Fruit” di Nicolas Party e la commissione dell’opera “Portal del Angel” dello scultore Jorge Peris, un precario arco di trionfo realizzato attraverso la riappropriazione di materiali locali, come gli antichi orci di terracotta, storicamente usati per conservare l’olio.
Ultimo lavoro e primo artista americano entrato a far parte dell’Antinori Art Project, un monumentale frottage vegetale del californiano Sam Falls, un artista che Alessia Antinori apprezza moltissimo.
L’opera, una lunghissima tela di facile ed immediato impatto visivo, nasconde un lavoro incredibile. L’artista ha realizzato quest’opera nel vigneto di Tignanello, uno dei più importanti vigneti nel Chianti Classico, non alla luce del sole come si potrebbe immaginare, ma nella solitudine della notte, momento in cui la tela veniva stesa tra le vigne cercando di catturare la traccia delle foglie, degli animali e dei pigmenti.
Le opere d'arte sono inserite in una struttura progettata dall’architetto fiorentino Marco Casamonti, una costruzione quasi invisibile scavata nella collina che costeggia la superstrada Firenze-Siena, in mezzo al più classico paesaggio toscano. Nel ventre della collina ha preso vita un’opera di architettura straordinaria, una sorta di antro segreto dove il vino e l’arte contemporanea sono i protagonisti.